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L’allevatore di cozze: la dignità silenziosa che sostiene il mondo

Il romanzo di Frontera racconta l’esistenza invisibile di un uomo comune, dove la fatica e l’amore si intrecciano come corde di un porto

di Rosa Buzzi

L’allevatore di cozze è un libro che procede con la calma ostinata dell’acqua cheta. Non è una storia costruita attorno agli eventi, ma una  narrazione costruita sui respiri, sulle sospensioni e sulla materia stessa dei giorni. Ogni pagina sembra affiorare come una corrente tiepida proveniente da lontano e riporta a galla ciò che la vita non riesce, o non vuole, più nascondere.

Il protagonista vive tra corde rigonfie di sale, barche che scricchiolano, gesti ripetuti per una vita intera. Non è un eroe né un uomo destinato a imprese straordinarie. E’ una figura che potremmo incontrare in un porto qualunque e non riconoscere. La sua forza è tutta nella normalità, una normalità che diventa resistenza silenziosa, fedeltà, modo silenzioso di stare al mondo.

Sullo sfondo si avverte la distanza sociale che separa chi ha voce e visibilità da chi invece resta al margine. La disuguaglianza non è spiegata con concetti astratti: prende forma nel corpo dell’allevatore stesso. È nella stanchezza delle sue mani, nelle rinunce che non commenta, negli sguardi rivolti verso ciò che non potrà mai reclamare. Il suo orizzonte è fatto di fatica, continuità e di una dignità che nessuno celebra.

In questo paesaggio duro e vulnerabile si muove anche l’amore. Non un amore dichiarato, con parole alte ma un sentimento che scivola nelle pieghe della memoria e riaffiora quando meno lo si vuole. Una presenza che sopravvive nelle abitudini e nelle omissioni. È un amore che non salva e non pretende ma resta. Un amore vissuto nella privazione e nella fragilità, modellato dal tempo proprio come il mare modella la riva.

La scrittura di Frontera è densa, visiva, sembra portare addosso l’odore della salsedine. Le immagini non sono mai decorative, diventano parte del carattere stesso del libro. Ogni descrizione è un passo che conduce più all’interno, si avanza per immersione. Si resta dentro il ritmo lento di una vita senza scorciatoie.

Alla chiusura del volume si ha la sensazione di aver camminato accanto a qualcuno che non cerca ascolto e non chiede testimoni. Si percepisce la fatica dei mestieri che non lasciano tempo di raccontarsi. La storia termina con un senso di umanità quieta che si deposita come il sale sulla pelle dopo una giornata in mare.

L’allevatore di cozze è un omaggio a chi sostiene il mondo senza essere visto. E’ una storia che non alza la voce ma rimane, ricordando che il valore della vita non è nei successi apparenti, ma nella resistenza ostinata di chi continua a prendersi cura di ciò che gli è stato affidato.

L’allevatore di Cozze di Francesco Emiliano Frontera

Editore: Ofelia Editrice

Ofelia Editrice, 2018 – ISBN 978-88-99820-24-4