Attualità

Cervelli che apprendono, macchine che imitano

Dove si incontrano Neuroscienze e Intelligenza Artificiale

Redazione – Roma, 30 giugno 2025

Nel cervello umano si nasconde il segreto dell’intelligenza. Ma mentre la scienza prova a svelarlo, le macchine iniziano a imitarci. Con meno energia di una lampadina, il cervello umano riesce a fare cose che nessun supercomputer può eguagliare: apprendere da un solo esempio, inventare storie, sognare mondi immaginari. È una macchina biologica di una complessità straordinaria, tanto che ancora oggi molti dei suoi meccanismi restano in parte misteriosi.

Nel frattempo, costruiamo intelligenze artificiali sempre più capaci. Ma quanto ci somigliano davvero? E cosa possiamo imparare, noi, osservando le macchine che abbiamo creato?

Nel nostro cervello, imparare significa modificare fisicamente le connessioni tra neuroni: è la plasticità sinaptica, la base dell’adattamento e dell’esperienza. Bastano pochi stimoli per costruire un sapere utile.

Le Intelligenze Artificiali (AI), invece, apprendono in modo diverso: attraverso algoritmi matematici, correzione dell’errore e montagne di dati. Le loro “reti neurali” non sono vere cellule, ma strutture numeriche che regolano pesi e funzioni. Il meccanismo principale si chiama backpropagation, ed è alla base di gran parte dell’intelligenza artificiale attuale.

Il cervello impara da poco mentre le macchine da tantissimo. Si tratta di percorsi diversi.

Le neuroscienze hanno chiarito molti aspetti del cervello, ma alcune domande restano aperte- Cos’è davvero un ricordo? Come si formano le emozioni? In particolare: cosa significa essere coscienti?

La memoria non è un archivio fisso, ma un sistema dinamico, che si riscrive ogni volta che ricordiamo. La coscienza, invece, rimane una delle grandi sfide della scienza contemporanea, è possibile descriverla ma difficile da spiegare fino in fondo.

Le intelligenze artificiali, per quanto sofisticate, non sono coscienti. Possono scrivere poesie, generare immagini, vincere partite a scacchi, ma non sanno di farlo, non provano emozioni, non hanno un sé.

Nonostante le differenze, neuroscienze e intelligenza artificiale non si sviluppano in compartimenti stagni. Al contrario, si osservano, si ispirano, si migliorano a vicenda. È una collaborazione a due vie, fatta di contaminazioni e scambi. Un dialogo che ci sta portando sempre più vicini a una comprensione profonda – e condivisa – di cosa significhi davvero “intelligenza”.

Il vero potere e bellezza del cervello non sta solo nel calcolo o nell’efficienza, ma nella capacità di dare significato. Di immaginare ciò che non esiste, di cambiare punto di vista, di entrare in empatia.

Il futuro dell’intelligenza artificiale non dipenderà solo dalla potenza dei modelli, ma dalla nostra capacità di capire noi stessi. Perché non si tratta solo di replicare l’intelligenza. Si tratta di decidere che tipo di intelligenza vogliamo coltivare.

 Libri consigliati

  • “Come funziona la mente” – Steven Pinker
  • “La coscienza spiegata” – Daniel Dennett
  • “Intelligenza artificiale. Una guida per esseri umani pensanti” – Melanie Mitchell
  • “La mente nuova dell’imperatore” – Roger Penrose