AGRICOLTRICI INDONESIANE TRA TERRA, DEFORESTAZIONE E REGOLE UE
Alla FAO le produttrici rurali tra crisi ambientale, pressioni del mercato globale e nuove politiche europee contro la deforestazione importata
Redazione
In una fase delicata per il futuro delle catene di approvvigionamento globali, la sede della FAO, a Roma, ha ospitato una tavola rotonda dedicata al ruolo delle donne agricoltrici nei sistemi agroalimentari e alle sfide poste dal nuovo Regolamento Europeo contro la deforestazione (EUDR). L’incontro, organizzato dall’Ambasciata della Repubblica di Indonesia in collaborazione con la World Farmers’ Organization (WFO), si inserisce nel percorso verso il 2026, scelto dalle Nazioni Unite come Anno Internazionale delle Donne Agricoltrici.
L’incontro “La sostenibilità e il ruolo delle donne nei sistemi agroalimentari” ha messo al centro le voci delle produttrici indonesiane di caffè, olio di palma, cacao e gomma, che rischiano di essere escluse dalle catene del valore europee a causa dei nuovi requisiti dell’EUDR.
“Le donne agricoltrici – ha affermato l’ambasciatore indonesiano a Roma, prof. Junimart Girsang – sono protagoniste della sicurezza alimentare e della sostenibilità in Indonesia, ma rischiano di essere escluse dalle nuove politiche globali se queste non considerano le loro realtà”.
Il Regolamento UE, che entrerà pienamente in vigore entro la fine del 2025, mira a impedire l’importazione nell’UE di prodotti legati alla deforestazione. Un obiettivo condiviso anche dai Paesi produttori, ma che, se applicato senza supporto e flessibilità, potrebbe penalizzare milioni di piccoli agricoltori, in particolare le donne, già alle prese con ostacoli strutturali come l’accesso limitato a risorse, formazione tecnica e mercati.
Quattro agricoltrici indonesiane hanno portato al centro del dibattito le loro storie: Eti Sumiati (caffè), Cici Tiansari (olio di palma), Ayu Antariksa (cacao) e Kusniati (gomma). Hanno raccontato difficoltà, successi e timori di fronte alla normativa EUDR.
“Coltiviamo caffè in sistemi agroforestali che proteggono la biodiversità, ma oggi affrontiamo rese in calo e redditi instabili. Ora anche l’EUDR rischia di escluderci dal mercato” ha dichiarato Eti Sumiati, presidente della cooperativa femminile WANOJA, che rappresenta oltre cento produttrici.
Anche Cici Tiansari, coltivatrice di palma da olio a Jambi, ha lanciato un appello diretto all’UE: “Siamo parte della soluzione, non del problema. Servono dialogo, un periodo di transizione equo, e il riconoscimento degli standard nazionali come l’ISPO. Senza di noi, non esiste olio di palma sostenibile.”
Nel corso dell’incontro, esperti e rappresentanti istituzionali internazionali hanno arricchito il confronto. Tra loro Kati Partanen (WFO), Blaise Kuemlangan (FAO) e Pietro Paganini (Competere), moderati da Lauren Phillips della FAO. Tutti hanno concordato sulla necessità di trovare un equilibrio tra gli obiettivi ambientali del regolamento e la protezione dei mezzi di sussistenza dei piccoli produttori.
“La sostenibilità non può essere una barriera. Deve essere un ponte verso l’inclusione e l’equità,” ha sottolineato Erma Rheindrayani del Ministero degli Esteri indonesiano, chiedendo all’UE maggiori investimenti in protezione sociale e strumenti per l’adattamento dei piccoli produttori.
L’iniziativa vuole essere un primo passo verso un dialogo tra produttori, istituzioni e Unione Europea, per assicurarsi che il passaggio a sistemi alimentari più sostenibili non dimentichi chi ne è il cuore: le agricoltrici e i piccoli agricoltori.
Con l’Anno Internazionale delle Donne Agricoltrici alle porte, l’Indonesia invita la comunità internazionale a riconoscere e sostenere il contributo fondamentale delle donne nei sistemi agroalimentari globali, affinché nessuna politica per l’ambiente diventi una trappola per l’equità
